Nel percorso esistenziale della vita ogni essere umano, anche colui che è avvolto nell'ateismo più assoluto, prima o poi dovrà scontrarsi con la propria moralità intellettuale... Alchimista Metafisico
Siamo spettatori universali: il dissolvimento delle democrazie in oligarchie mediatiche è all'opera non solo in Italia ma in tutto il mondo. H.G. Gadamer

domenica 5 gennaio 2014

Il POPOLO ITALIANO VERSO LA RIVOLTA?!


 ''The Economist'' ha misurato la possibilità che nel 2014 scoppino proteste sociali in 150 diversi paesi al mondo. Il risultato è impressionante.
In ben 65 Stati (il 43%) il rischio è alto o molto alto. L'analisi dell'Economist Intelligence Unit (EIU) mette una certa enfasi nella fragilità istituzionale e politica.
Rispetto a cinque anni fa nel 2014 ben 19 nazioni in più sono nella categoria ad alto rischio.
Guardando alle singole regioni, le più vulnerabili saranno Medioriente, Nordafrica, Balcani e Europa mediterranea.
In Italia il rischio è considerato "medio". In Europa molto dipenderà dall'esito delle prossime elezioni parlamentari e dall'intensità della ripresa economica.
Ucraina, Bulgaria, Brasile, Argentina, Messico, Tunisia, Egitto e Turchia sono tutti Paesi dove sono esplose proteste quest'anno appena trascorso.
Anche paesi tradizionalmente calmi, come l'Italia, Singapore e il Giappone hanno visto le proprie strade prese d'assalto da manifestanti anti governativi e diventare teatro di violenze.
Il motivo ricorrente: le iniquità sociali e lo scontento nei confronti di una politica corrotta e con non rappresenta più i cittadini.
Inoltre nell'epoca degli smartphone e dei social media, i cortei e le altre manifestazioni di protesta possono essere organizzati e coordinati con estrema facilità.

Nel futuro del popolo italiano, data la prospettiva di de-emancipazione e impoverimento progressivi, possiamo aspettarci comitati di rivolta contro il sistema politico locale e il suo “mentore”, cioè l’impianto sopranazionale di potere e oppressione dei popoli rappresentato dall’unione europide monetaria. Finora abbiamo assistito, al più, a “scaramucce” minori localizzate, come i recenti scontri fra polizia e manifestanti a Torino, attraversata dalla rivolta (in gran parte pacifica) dei cosiddetti Forconi, o i ricorrenti scontri fra le forze poliziesche di repressione e i no-Tav valsusini (e nazionali). Possiamo presumere che nei prossimi mesi la situazione si aggreverà di molto, rischiando di precipitare. Non ci sarà alcuna ripresa nel 2014, come millanta il piccolo Quisling Letta, se non una ripresa della disoccupazione, delle chiusure aziendali e dello “spread”.
Per ora è importante rilevare che una percentuale della popolazione italiana compresa fra i due terzi e i tre quarti già oggi non ha – e soprattutto non avrà in futuro – alcuna rappresentanza effettiva all’interno del sistema. Anzi, è schiacciata e vessata da governi collaborazionisti dell’occupatore del paese, il cui compito è di trasferire risorse nazionali all’esterno in quantità sempre maggiori. A beneficio del grande capitale finanziario, per “salvare l’euro”, per favorire il manifatturiero in germania, per far andare la globalizzazione, e via dicendo. Se in prima battuta la popolazione ha creduto a Grillo, pensando di poter cambiare il sistema, senza spargimenti di sangue, standosene comodamente all’interno (comodamente, come i parlamentari e gli amministratori locali del cinque stelle!), in breve ha dovuto amaramente ricredersi e una parte di questa ha appoggiato i Forconi, pacifici manifestanti extrasistemici. C’è però un piccolo problema (detto con ironia). La protesta pacifica, non armata, che rifugge dalla violenza a costo di fallire miseramente, non solo non può pagare, ma è sempre destinata a frantumarsi, a essere fagocitata, a estinguersi senza ottenere risultati. Come abbiamo già scritto nel recente passato, il popolo procede in solitudine per approssimazioni successive. Quello italiano in modo particolare. Il prossimo passo non potrà che essere quello da noi delineato, perché la possibilità di salvezza – quando le vecchie certezze muoiono e tutte le vie sono chiuse – ci sarà soltanto fuori e contro, rispondendo colpo su colpo alla violenza del nemico.
Fonte SITO
Fonte SITO

Nessun commento:

Posta un commento