Cash investigation :
Puglia terra di schiavi. La Francia sconvolta dal caporalato
Auchan, Lidl, Carrefour e le altre più grandi catene di ipermercati accusate di vendere prodotti raccolti sfruttando lavoro nero e migranti in condizioni di schiavitù.
L’inchiesta televisiva che ha sconvolto i telespettatori francesi è ambientata nelle campagne di Foggia e di Nardò.
“Questa non è la Dolce vita, questa è Foggia”. È una delle frasi più significative contenute in una straordinaria inchiesta condotta dai giornalisti del programma “Cash investigation”, la versione francese del nostro “Report”, trasmesso sul canale “France 2”.
Un’inchiesta che ha fatto conoscere a milioni di telespettatori francesi le condizioni di schiavitù in cui sono ridotti gli immigrati africani nelle campagne pugliesi.
Un durissimo colpo all’immagine moderna, turistica, all’avanguardia della Puglia che in questi ultimi anni associazioni, enti, istituzioni regionali hanno faticosamente costruito.
Nella mia terra ( Puglia ) dati Istat alla mano :
Soltanto il 29% delle donne pugliesi lavora, contro il 46,1% della media italiana.
E se si analizzano anche i dati sulla situazione del personale femminile nelle medie e grandi aziende della mia regione , emerge che in provincia di Foggia la percentuale non raggiunge neanche il 20%.
Sono solo alcuni dei numeri contenuti nel rapporto Istat sul mercato del lavoro nel nostro Paese anno 2012.
Tutta questa disoccupazione non sara' mica dovuta perche' i lavoratori nelle aziende sono tutti dell'est europa e costano meno degli Italiani ? No ?
Una delle aziende coinvolte nello scandalo che impiega molte donne sopratutto dell'est europa :
La Soc. coop. BioOrto con sede ad Apricena (provincia di Foggia), ai piedi del Parco Nazionale del Gargano è un’organizzazione di produttori che produce e commercializza ortaggi freschi da agricoltura biologica.
Durante la stagione invernale la BioOrto produce e commercializza broccolo, cavolo romanesco, cavolfiore, sedano verde, finocchio, bietola da costa e radicchio.
Tipici della stagione estiva, invece, le zucchine, l’uva da tavola con varietà senza semi, il pomodoro, il melone e la mini anguria.
Nello stand dello scorso anno in mostra a Fruit Logistica, da sinistra, Nino Junior Passalacqua, una hostess, Giulia Passalacqua, Mirko Conte.
Giulia Passalacqua, direttore commerciale della BioOrto, commenta:
"La campagna 2011 è stata un’annata faticosa ma ha portato anche alcune soddisfazioni a un’azienda come la nostra, che da anni si impegna nella salvaguardia e garanzia della qualità dei prodotti biologici".
"Non solo i nostri clienti consolidati ci hanno rinnovato la fiducia, ma abbiamo anche aperto nuovi mercati grazie all’impeccabile gestione dell’intera filiera produttiva, dalla produzione, al confezionamento, alla qualità del prodotto finito".
"Creare fiducia -, ha concluso Giulia - resta infatti il nostro principale obiettivo: è l’ideale più difficile da raggiungere e proprio per questo può costituire il più grande vantaggio competitivo".
L'accusato :
Il titolare dell'azienda “Passalacqua” (Pierpaolo passalacqua) è accusato di aver ridotto i suoi dipendenti ad uno stato di servilismo feudale.
Nel servizio-scandalo condotto dai giornalisti d’oltralpe, il proprietario Pierpaolo Passalacqua afferma che i lavoratori stranieri sono in regola con la legge italiana, sia dal punto di vista strettamente legato all’immigrazione, sia entrando in merito alla remunerazione salariale. Sembrerebbe un idillio, ma il segretario regionale della FLAI Puglia, De Leonardis, non è assolutamente d’accordo con questa visione: “Molte aziende non rispettano i codici etici basilari, nemmeno quando ricevono grandi finanziamenti dalla regione”.
Ed è proprio così, perché l’azienda biologica “Passalacqua” ha ricevuto ben 900.000 euro dalla regione Puglia per migliorare il proprio apparato produttivo, senza però apportare modifiche di sorta alla vita drammatica dei suoi dipendenti.
La classica, amara, contraddizione italiana. “Il problema”, continua De Leonardis, “è che una legge regionale di verifica sui finanziamenti c’è, ma è sperimentale e non vi è un riscontro pratico, non c’è controllo né tutela alcuna per i lavoratori”.
La legge in questione è quella legata alla congruità (la quale stabilisce essenzialmente che un’azienda, per produrre un certo quantitativo di prodotto “X”, deve attenersi al numero di lavoratori “Y” che la regione ritiene siano necessari per la produzione del prodotto “X”) che, applicata nel luglio 2013 dall’assessorato alle risorse agroalimentari, è ancora instabile.
“Le lacune sono notevoli”, ammette lo stesso assessore Fabrizio Nardoni, “ma si sta cercando di porvi rimedio con ogni mezzo necessario”.
Le ispezioni effettuate, stando ai dati ufficiali forniti dalla regione Puglia, ammontano a 1200 da gennaio a giugno 2013. Nel 60% dei casi di queste verifiche sono emerse numerose infrazioni, commesse dalle aziende, di cui circa il 26% legato al lavoro in nero.
Qui puoi vedere il video report intero in lingua francese
(aziende pugliesi a partire dal minuto 06:35) :
VIDEO CLICCA QUI :
http://youtu.be/ArFN7UXh9qA
Alcune informazioni tratte da :
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